Venti Corpi Nella Neve by Giuliano Pasini

Venti Corpi Nella Neve by Giuliano Pasini

autore:Giuliano Pasini [Pasini, Giuliano]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788866880028
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00


9

Si immergono a passi lenti nella nebbia gelida che la luce dei lampioncini tinge di giallo. Roberto si toglie il cappotto e lo appoggia sulle spalle di Alice, che ringrazia e sorride. Case Rosse dorme. L'unico rumore è quello dei tacchi sul porfido.

Compiono un lento, silenzioso giro della piazza, fino a che non arrivano alla Celica, sotto l'angelo. Lei restituisce il cappotto a Roberto. Estrae le chiavi e fa per infilarle nella portiera. Poi, all'improvviso, lo guarda dritto negli occhi.

«Al commissariato c'è una stanza per gli ospiti? Ho bevuto una dozzina di grappe di troppo. Non è prudente che guidi. Con questa nebbia, poi...» Lo dice d'impeto, zittendo tutte le vocine dubbiose.

Le labbra di Roberto bruciano per il freddo. Sa che Alice sarebbe capace di guidare in qualsiasi situazione meteorologica. E la grappa, non ci sono dubbi, la regge peggio lui. «Non ci sono stanze pronte» biascica.

«Peccato» dice lei, stizzita, e apre lo sportello.

Un secondo per decidere. In bilico su una fune sospesa nel vuoto. «Una sistemazione la troviamo» dice tutto d'un fiato, mentre il cuore non batte. La prospettiva di smettere di guardarla, parlarle, sentire il suo calore è insopportabile. «Posso lasciarti il mio letto.»

Lei lo prende sottobraccio, uno sguardo impossibile da decifrare. «Andiamo, allora, o dovrai portare in spalla un enorme ghiacciolo.»

Nell'androne umido del commissariato si muovono in punta di piedi e abbassano la voce fino a sussurrare, trattenendo una risata per l'atteggiamento da fidanzatini che si appartano di nascosto dai genitori.

Per la prima volta, Roberto apre la porta del suo rifugio a una donna. Prova un immediato imbarazzo. Non mi ero mai accorto che fosse così triste. Alice però sembra una ragazzina in gita: si muove di continuo, tocca gli oggetti, squadra le pareti stipate di compact disc, vinili e cassette, lo stereo padrone di un angolo, il semplice letto e il piccolo scrittoio con la sedia, l'armadio a due ante.

«La immaginavo proprio così» bisbiglia. In due balzi, è davanti al letto. Vi si siede sopra. «Sembra comodo» commenta. Fa per andare avanti, ma si accorge che un oggetto è uscito dalle sue tasche. Si dà un colpo sulla fronte.

«Stavo per dimenticarmi! Ho una cosa che ti appartiene» dice. Simula di tirare un sasso con la fionda.

Roberto è incredulo. «Hai sottratto un elemento alla scientifica!»

Alice minimizza. «Serna... quel tipo, il lungagnone, non ci avrebbe capito nulla.» Lo appoggia sullo scrittoio, poi si ferma a fissarlo. «Sembra una ipsilon.»

Roberto ha l'impressione che una goccia di acqua gelida gli percorra la spina dorsale.

Lei incalza. «Il gruppo di partigiani di Francesco Ferri non si chiamava Brigata Ipsilon? Lo hai detto a tavola, mezzo litro di grappa fa.»

E se questo legnetto avesse davvero qualcosa da raccontare? Roberto lo prende in mano, come se potesse parlargli. È talmente concentrato che non si accorge che lei si alza e si mette a premere a caso i tasti dello stereo. Prima che lui possa intervenire, riesce a farlo partire.

'Ed ora che avrei mille cose da fare, io sento i miei sogni svanire, ma non so più pensare a nient'altro che a te.



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